E’ immersa nel verde della campagna di Carpenedolo e alle pendici di una collina, la nuova sede dei due brand Ghirardi Marmi e Granitalia che rappresentano nel mondo, la famiglia Ghirardi, marmisti bresciani dal 1938.La nuova sede direzionale e produttiva risponde finalmente alle necessità di espansione dell’azienda leader nel mondo per lo sviluppo di commesse all’estero, in precedenza costretta in un sito produttivo ai margini del centro storico del paese.
Il progetto è stato sviluppato e condiviso collegialmente dai progettisti con la famiglia Ghirardi, con l’intento di rappresentarne la quintessenza del lavoro quotidiano, dell’esperienza maturata nello sviluppo di commesse, nell’assecondare i migliori architetti del mondo che scelgono qui, nella campagna di Carpenedolo, la pietra come protagonista della loro architettura e dove si compiono, attraverso il sapiente lavoro della Ghirardi, mirabolanti sintesi di ingegneria e capacità artigianale, di ingegnerizzazione della produzione e della finitura e posa di marmi preziosi in tutto il mondo. Idealmente la palazzina direzionale è un monolite di granito egiziano, scomposto ed intersecato da volumi netti, trasparenti e da telai di carpenterie metalliche che ne alleggeriscono le forme e permettono suggestivi connubi pietra-acciaio-vetro.
Sulla facciata, moderna espressione delle tecnologie più avanzate nella risoluzione di involucri edilizi di pregio, dominano grandi lastre di granito a matrice asimmetrica, alternate con conci resi estremamente materici dalla lavorazione a mano.
Le forme semplici dell’insieme, apparentemente statiche, vengono rese immediatamente dinamiche dal tema, molto presente nell’edificio, dell’asimmetria ordinata nel trattamento delle textures di superficie.
Una lunga pensilina a sbalzo in carpenteria metallica, protegge la facciata vetrata degli uffici operativi al piano terra, in un’alternanza di pannelli vetrati e montanti verticali, la rappresentazione forse di un’armonia complessa, una scala di note musicali a intensità variabile che prosegue anche nella grande facciata vetrata della hall d’ingresso.
L’insieme, più simile ad un laboratorio di ricerca che alla sede di un’azienda di marmi, è al tempo stesso rappresentazione della solidità e del pragmatismo dell’azienda, ma anche del genio creativo e della trasformazione di un mestiere che fonda oramai il suo successo sulla capacità organizzativa e sulla progettazione della creazione in marmo.
All’interno colpisce la sala riunioni, completamente trasparente verso lo spazio a doppia altezza dell’ingresso, ma anche verso il paesaggio agricolo in cui è immersa, con il suo volume di cristallo che fuoriesce dal fabbricato e si protende verso la campagna. Anche questa ben rappresenta la visione e la policy dell’azienda, trasparente, aperta verso il mondo, ma al tempo stesso legata alla sua terra e alle sue radici.
La pietra è protagonista naturalmente anche all’interno, i colori caldi della breccia bresciana proveniente dalle cave Ghirardi di Gavardo, sono il tema dominante, ma discreto ed elegante. Ancora una volta una scelta di cuore, per una pietra legata alle origini e al territorio.
Il progetto d’interior risolve le varie necessità operative in maniera leggera, rendendo accoglienti gli spazi con l’uso del rovere chiaro e di colori tenui che si fondono con quelli delle pavimentazioni.
La scala interna nella hall d’ingresso, ripropone il tema dell’acciaio e della pietra, ma questa volta sono assolutamente dominanti i masselli giganti di Breccia rispetto alla tecnica e all’acciaio.
Un lungo bancone di marmo dalle spettacolari venature, calde come un monolite di Wengè, nella sua perfetta fattura ancora una volta a dimostrazione delle capacità artigianali dell’azienda, accoglie i visitatori all’ingresso.
Al di là della scala, un’ampia vetrata lascia intravedere il “giardino della scultura”, dove è collocata una creazione gigante di Franco Ghirardi, il capostipite della famiglia che della lavorazione del marmo ne ha fatto non solo una professione, ma anche un’espressione artistica.
Le sue sculture e installazioni accolgono anche all’arrivo da via Capomonte, lasciando da subito intuire al visitatore di essere arrivato in un luogo dove domina anche l’amore per l’arte, non solo espressione di un genio singolare, ma espressione della più alta capacità artigianale.
Anche per questo le soluzioni adottate per l’edificio produttivo, normalmente poco considerato, hanno puntato ad ottenere una qualità progettuale, proponendo una combinazione di volumi semplice, scandita da un ritmo di facciata nel quale l’asimetria dei conci e la matericità sono ancora il tema dominante, rompendo la regolarità percettiva tipica della prefabbricazione industriale.
I pannelli, in graniglia di Botticino martellinata, alternano texture con un disegno asimettrico, complessivamente con una resa materica molto simile ad un manufatto in pietra e proponendo così un sistema di macro-conci orizzontali .
Un sistema di terrapieni inerbiti e un filare di alberi ad alto fusto, a formare una corte ideale intorno al sito, contendono l’impatto complessivo sul paesaggio, un’attenzione del progettista nel mediare la percezione complessiva dell’insediamento e del sistema costruttivo industriale nel contesto paesaggistico del sito, cercando di preservane le valenze per l’amore e il rispetto che la famiglia ha verso quella collina e quello scorcio del paese.
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